Dopo, aver vissuto l’arresto di Edward, le richieste degli avvocati, l’ispettore di Scotland Yard, e per ultimi, fotografi e giornalisti invadenti, Christine decide di partire con l’amico Elliott per un week-end. Lei vuole conoscerlo meglio, perché` no? Quali sentimenti provera` lontana da Londra…
Il volo fu tranquillo e riuscimmo a riposare entrambi, appena atterrati telefonai al mio contatto della società “Elite-rent a car” che gentilmente mi raggiunse agli arrivi, consegnandomi le chiavi del Porsche Cayenne Hybrid che Camille mi aveva prenotato.
Impostato il navigatore, iniziammo il viaggio di circa due ore e mezza per Genova.
La giornata era splendida, sole caldo e cielo azzurro. Percorremmo l’autostrada Milano-Genova, senza le famose code, e arrivammo a Genova al Grand Hotel Savoia per il check-in in tempi brevi.
Lo storico palazzo, affacciato su piazza Principe, era stato residenza d’elezione per le più influenti famiglie reali d’Europa e ha accompagnato i soggiorni dei più raffinati estimatori dell’alta hotellerie. Oggi stupisce ancora per il grado di lusso e ospitalità che riesce a offrire, immergendo l’ospite in un viaggio esclusivo e in un’atmosfera di arredi che riportano agli splendori della Belle Époque.
Già all’ingresso respirai aria di relax, e visto il trambusto recente della mia vita, ne avevo un gran bisogno.
Camille, aveva riservato la Suite Segreta. Tale suite veniva descritta come un capolavoro di gusto e un vero e proprio tempio d’amore. Toni caldi, luci soffuse, panorama mozzafiato e una vasca con salottino rotondo in pelle rossa e tendaggi rossi.
Meno male che non sapeva nulla delle preferenze sessuali di Elliott! Quella stanza, meravigliosa, gridava a gran voce richiami inequivocabili. Appena entrati e liquidato “l’omino delle valigie”, così mi piaceva chiamarlo, Elliott mi venne incontro, mi sorrise e mi abbracciò.
«La tua scelta è stata impeccabile. Qui potremmo sentirci a nostro agio e scoprire le nostre affinità.»
Lo abbracciai senza fiatare. Pensai subito che Camille, sarebbe stata punita per la scelta, sì, la sculacciavo già nella mia mente. Ma poi sorrisi.
«Elliott, non per raffreddare i tuoi istinti già sull’attenti,» dissi sbirciando sotto la zona della cintura, «ma è stata Camille, la mia assistente, a prenotare.» e risi.
«Quindi dovrei venire qui con lei? Oppure conosce i tuoi gusti.»chiese investigando nei miei occhi scherzosamente.
«Se vuoi te la presento, è alta, magrolina, occhi verdi e una cascata di boccoli biondi. A dire il vero non è male!»
«Allora siete in due in quell’ufficio! Ma io ne voglio una sola, ed è qui davanti a me.»
L’indomani mattina, mentre io mi stavo ancora stiracchiando nel letto, Elliott aveva già ordinato la colazione.
Arrivò al mio fianco, e mi disse:
«Dormito bene?»
Io annuii con l’occhio ancora semichiuso, e riprese: «Tra qualche minuto arriva la colazione e poi ho riservato l’idrosuite nella Spiaggia Segreta, solo per noi, dove potremmo godere di uno spazio tutto nostro e di un fantastico massaggio di coppia.» mi disse pimpante.
A dire il vero io volevo prendere la macchina e vagare per la regione in cerca di qualche angolo di paradiso. Erano le 10:00 quindi per l’una potevamo essere fuori. Lo guardai e risposi: «Ok, poi faremo un pranzo sul mare, che dici?»
«Mi pare una buona idea, avrei voluto pranzare in terrazzo e restare noi due da soli qui, a giocare. Ma accetto e giocheremo questa notte, prepara gli artigli!»
Mentre si voltava per andare ad aprire la porta alla nostra colazione, mi venne freddo. Voleva cosa?? Era troppo, dai. Andava troppo veloce con la storia degli artigli e delle fruste.
Era passato solo un giorno, e già avevo le idee chiare.
Nella mia testa ci avevo provato. Ma forse non riuscivo a provarci davvero.
Non lo so, davo la scusa al suo approccio, alla sua continua volontà di iniziare subito a trovare un’intesa sessuale, prima di trovarne una mentale.
Sì, il sesso era importante, ma mancava il desiderio di annusarsi, di comunicare, di trovarsi veramente.
Guardai fuori dalla finestra, e vidi molto lontana Londra. Che stava facendo Edward? Avevo voglia di annusare lui, anche se non volevo ammetterlo.
La Spa fu una piacevole sorpresa, e il massaggio mi aiutò ad allentare lo stress.
Fui più felice quando uscimmo dall’hotel e prendemmo la macchina. Su consiglio di Monica andammo a Vernazza, a sentir lei, la più suggestiva delle Cinque Terre.
La sua conformazione urbanistica era molto interessante, risalente al medioevo, ricca di elementi architettonici di grande pregio, logge, chiese, case-torri e porticati. Si respirava un’aria piena di storia tra i resti del castrum. La vista era spettacolare e il mare cristallino.
Tolsi il mio abito in lino e restando in costume decisi di fare un tuffo.
Elliott mi seguì, e restammo per una buona mezz’ora tra nuotare e restare a galla prendendo il sole.
Usciti dall’acqua lo stomaco iniziò a fare rumori molesti. Entrammo in un ristorantino tipico che ci colpì. Mangiammo delle superbe frittelle di fiori di zucchine e un piatto di pesce che comprendeva totani, seppie e calamari, innaffiati da uno splendido vino del posto, Cinque Terre bianco secco.
Il sole iniziava a scendere, e il mio compagno di viaggio iniziava a farsi fantasie e avere aspettative non indifferenti.
Salimmo sul nostro Cayenne a noleggio e, ripercorrendo E80, tornammo a Genova.
Monica ci chiamò per bere l’ultimo aperitivo, e io festeggiai nella mia testa. Avevo ottenuto qualche ora in più d’aria, come un carcerato ne assaporavo la magia.
Era chiaro, Christine non riusciva a togliersi dalla mente Edward.
Ci stava provando, ma non poteva fare a meno di lui…
Christine